ESPOSIZIONI

Natura Mente

di Clelia Catalano
Data e ora
9 Maggio 2025
4 Luglio 2025
A cura di
Vito Chiaramonte e Martina Martire
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⬤ Presentazione
Natura Mente

 

Gli uomini non sono i beniamini della natura. Non siamo che una delle innumerevoli specie su cui la natura esercita indiscriminatamente la sua forza.
Ciò che è scritto nel grande libro della natura non possiamo percepirlo che oscuramente. (1)

Pomeriggi assolati, amici, giochi e viaggi che diventano piccoli racconti. Le immagini che li compongono sono come apparizioni fugaci e folate di vento. Intorno, ovunque, si manifesta la presenza insistente del mondo vegetale: felci, ramificazioni, tessiture organiche che si espandono in silenzio, segnando margini, varchi, passaggi.

Le piante abitano ogni luogo: si affacciano dai davanzali, si raccolgono nei vasi, si arrampicano sui balconi, sostano sulle soglie fra una stanza e l’altra. A volte emergono in piena luce, altre si celano ai bordi dell’inquadratura, immerse nell’ombra o nella notte, oppure appaiono ricamate sulle stoffe, come tracce di un linguaggio necessario perché le piante, come i disegni «coincidono con le forme che inventano». (2)

Sono sempre lì: sul confine tra gli spazi, tra il visibile e l’immaginato, tra la materia e il suo potenziale divenire. Le forme vegetali si rivelano così non semplici comprimari, ma segni tangibili di una connessione profonda tra corpi, luoghi e memorie, presenze che raccontano la vita come un intreccio continuo di relazioni: «Non hanno mani per maneggiare il mondo, eppure sarebbe difficile trovare artisti più abili nella costruzione di forme. Le piante non sono soltanto gli artefici più raffinati del nostro cosmo, ma anche le specie che hanno aperto alla vita il mondo delle forme, la forma di vita che ha fatto del mondo la sede della figurabilità infinita». (3)

Anche gli uomini, nel rito della vestizione che precede il disegno, sono chiamati a creare una correlazione tra il divenire del pensiero e il divenire delle forme. Gli abiti di Clelia, spesso floreali, vengono fatti indossare in un vero e proprio atto performativo che prevede il trucco e uno shooting gender-bender. Gli amici di Clelia entrano così nella figurabilità infinita delle piante che li circondano. Sottratti al divenire cui sono tenuti per la loro configurazione maschile, gli amici di Clelia, indossando il travestimento femmineo e terrestre, hanno solo da essere e mostrarsi. (4)

Nel disegno stesso che registra l’avvenuta trasformazione, il tempo organico della natura si fa orientamento creativo. Il disegno torna su stesso in un moto circolare, immerso nella dimensione in cui il campo visivo e quello mentale coincidono. “Ho scelto di lasciarmi condurre da questi movimenti, di abbandonare la centralità del gesto autoriale per entrare in dialogo con una dimensione più ampia, condivisa, impersonale” (Clelia Catalano).

Vito Chiaramonte

(1) CAMILLE PAGLIA, Sexual personae. Arte e decadenza da Nefertiti a Emily Dickinson, Einaudi, Torino 1993, p. 3.
(2) EMANUELE COCCIA, La vita delle piante. Metafisica della mescolanza, Il Mulino, Bologna 2018.
(3) Ibidem, all’inizio del capitolo Le piante, o la vita della mente
(4) CAMILLE PAGLIA, Sexual personae. Arte e decadenza da Nefertiti a Emily Dickinson, Einaudi, Torino 1993, p. 14.

 

Mente Natura

 

Spesso l’osservazione e l’ascolto dell’altro ci mettono a nudo, in silenzio di fronte a noi stessi. Per colmare il pieno del nostro silenzio cerchiamo una fuga, una soluzione che contrasti questa pienezza con la nostra presenza. La pienezza del silenzio in cui ci ritroviamo quando siamo in relazione con l’altro, ci porta a partecipare attivamente in prima persona e in maniera solitaria attraverso un gesto, prima mentale e poi fisico e in seguito fisico e mentale contemporaneamente.

Questo ci può capitare anche in situazioni di eccessiva concentrazione in qualcosa che dobbiamo svolgere, portare avanti e a compimento.

In queste occasioni, sentiamo la necessità di distrarci, isolarci in un nostro spazio all’interno di quello più grande che ci circonda, ritagliando un luogo che appartiene solo a noi, non condizionato dallo scorrere del tempo biologico, anzi per inverso creando una sorta di tempo sospeso, in cui il gesto mentale e fisico, spontaneo, è l’unico motore che ci porta a proseguire questa fuga- soluzione dentro e fuori di noi. Una fuga in cui le strade che percorriamo sono fatte di elementi semplici, linee, curve, diagonali, che poi diventano geometrie o in ogni caso composizioni di segni, di forme. Ruolo di prim’ordine in questa fuga risolutiva è ricoperto dalla ripetizione del gesto, e dunque da un movimento rituale, costante e talvolta ipnotico.

Le opere di Clelia Catalano in mostra scaturiscono da questo processo creativo, spontaneo e ripetitivo, rituale e ipnotico. Nelle due parole che compongono il titolo, sono racchiuse molteplici associazioni che ruotano attorno al tema del rapporto dell’uomo con l’ambiente e la natura.

Gli stimoli che portano l’artista alla realizzazione delle opere sono da ricondursi al suo attuale presente, i viaggi, gli amici, i luoghi familiari extra-urbani come la casa di Testa dell’Acqua a Noto, che Clelia Catalano plasma e reinterpreta a proprio diletto e secondo ciò che sente più affine e favorevole alla sua fuga risolutiva. Il complesso dei suoi gesti l’ha condotta in un mondo delicatissimo e fragile, prezioso e intimo come gli attributi che lo connotano e che richiama nei suoi disegni. Per un altro verso, la sua formazione ed esperienza nel campo dell’illustrazione e del costume vengono chiamati costantemente ad emergere: il foglio di carta, la penna a inchiostro di china, il disegno a mano libera (e il bozzetto), gli spilli, la progettualità dell’insieme (Vento) e dei frame che lo compongono, gli interni e i travestimenti (Ritratti) per culminare nell’opera fulcro dell’Arazzo.

Martina Martire

 

 

 

Ingresso gratuito

Per maggiori informazioni scrivere a info@marthapalermo.it o su WhatsApp al numero +39 333 100 8512

Natura Mente
⬤ Artisti
Clelia Catalan
Cecilia Catalano Clelia Catalano (classe 1985) è un’illustratrice, costumista e video maker specializzata in animazione 2D.
Dopo aver frequentato il corso di illustrazione presso la “Scuola Internazionale di Comics” di Firenze, durante il quale si avvicina al mondo dell’arte pittorica, nel 2011 espone le sue opere al Film Festival “Finibus Terrae”. Nello stesso anno, viene scelta come costumista per la compagnia teatrale “I Giovani del Teatro Vascello” da Maurizio Lombardi, fondatore della compagnia.
Dal 2019 inizia una collaborazione con l’artista visiva Rä Di Martino, per cui realizza costumi per il video d’arte Afterall (prodotto dal Museo Mattatoio di Roma), per il video aaa! (prodotto da Macri – Museo dei Crimini Ambientali di Roma) e per Moon Bird (opera della Fondazione Merz di Torino).
Nel 2020, le sue illustrazioni della raccolta Lockmouth vengono selezionate e pubblicate dalla rivista digitale Flewid Book.
Durante il lockdown, Clelia si specializza ulteriormente nell’animazione 2D, pubblicando brevi video sui social media. Il suo primo progetto ufficiale in questo ambito è il videoclip musicale per il brano Mammut del cantautore romano Gimbo, in cui cura disegni, animazione e regia.
Nel 2021, realizza soggetto, disegni, regia e animazione 2D per il videoclip musicale Feed Your Head dell’artista Roots in Heaven.
Nel 2022, collabora con le case di produzione Neutra Production e Masi Film per il cortometraggio Spring Waltz, curandone i disegni e lavorando alla regia insieme a Stefano Lorenzi.
⬤ MAPPA
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